Una sera d'estate in ospedale ho scoperto cosa vale davvero Stampa
Una sera d'estate in ospedale ho scoperto cosa vale davvero
E' l'inferno del Male subdolo che non si vede ma logoro dal di dentro, lentamente, incessantemente.
E' un Male che fà nascere e crescere paura nel Malato e nei suoi faliliari, che fà gridare dal dolore, che s'impone senza tregua. Eppure come in ogni guerra i fronti sono due.

Da un lato il Male, dall'altro uno schieramento di uomini che lo combattono con alta professionalità e strepitosa sensibilità.

Scrivo da un luogo che non sa di vacanze. E' un luogo che nessuno mai vorrebbe visitare, l'ospedale di Castelfranco Veneto.
La mia penna scorre mentre sono seduta in una comodo poltrona di una stanza del Reparto di Ematologia al quinto piano del cosedetto "monoblocco", così viene denominato.

Sto assistendo la mia mamma. Ma non volgio parlare di lei.
E' Sabato notte. Appena fuori da questo stabile c'è la frenesia della vita e, visto da fuori, il "monoblocco" toglie il respiro. Qui dentro, invece, c'è la Vita che combatte per poter esprimere la propria gioia di esistere.

In reparto ce ne sono molte legate da un fattore comune: "un problema di sangue".
Non è spontaneo sorridere qui dentro. Ci sono persone che sono ricoverate per lunghi periodi, come coloro che sono affetti da emofilia, o persone che subiscono terapie importanti, come la chemioterapia per tentare di debellare un tumore del sangue.

Ed è la guerra degli "emocromi", delle "conte", delle "trasfusioni", dei "globuli rossi e bianchi", delle "piastrine", degli "isolamenti", della "perdita dei Capelli", delle "vene bruciate e rinsecchite".

E' l'inferno del Male subdolo che non si vede ma logoro dal di dentro, lentamente, incessantemente. E' un Male che fà nascere e crescere paura nel Malato e nei suoi faliliari, che fà gridare dal dolore, che s'impone senza tregua. Eppure come in ogni guerra i fronti sono due. Da un lato il Male, dall'altro uno schieramento di uomini che lo combattono con alta professionalità e strepitosa sensibilità.

Il battaglione è composto dal personale medico diretto dal primario, dottor Piergiorgio Davoli, dal personale infermieristico guidato dal proprio caposala, dal personale ausiliario, tutti coadiuvati da una segreteria che non svolge solamente con competenza la funzione ad essa propria, ma dispensa anche, gratuitamente e a tutti, intelligenti parole di conforto, speranza e cordialissimi sorrisi.

Sono uomini schierati insieme quotidianamente, costantemente, senza riposo e muniti di armi "eccezionali".
"Eccezionali" perchè "rare" nel nostro tempo. Mi riferisco, oltrechè ad una competenza professionale costantemente aggiornata, ad una Pazienza fuori dal comune, ad un coraggio di pochi, ad un sorriso rasserenante, ad una inestimabile solidarietà con il malato ed i suoi familiari.

Chi frequenta il Reparto, infatti, non può non notare il lavoro frenetico di tutte le persone sopra menzionate le quali non si perdono d'animo se la logica dell'economia ha imposto loro di trasferirsi al quinto piano del monoblocco mentre poco prima erano al primo piano delle cosidette casette dove tutto era più semplice e familiare, o se la tabella dei carichi di lavoro impone loro di sostare con il Malato non più di dodici minuti al giorno, o se, a stipendio invariato, vengono imposte maggiori responsabilità, sempre nuove mansioni e con personale ridotto.
A loro nulla importa di tutto questo, quando trattano con il Malato, perchè la Salute della Persona, anche mentale, ha priorità assoluta.

Altrimenti, se così fosse, immaginatevi come riuscirebbero a convincere un Uomo ad affrontare, con speranza e fiducia terapie che necessitano di una smisurata pazienza e comportano infinito dolore.
Così, la presente esce dal cuore per gridare soprattutto GRAZIE a tutti coloro che nel reparto di Ematologia dell'ospedale di Castelfranco Veneto lavorano ogni giorno scendendo in trincea per debellare, approfondire, studiare i mali più gravi. Credetemi, non è scontato per un malato ed i suoi familiari riuscire a sentire tutto ciò che ho tentato di trasmettere con questa lettera, perchè il dolore tenta sempre di prevalere sulle note positive.

In questo reparto, invece, il bene è così Bene che s'impone.

Lettera Firmata dalla tribuna di treviso 27/08/2003