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50° AVIS |
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Pubblichiamo una lettera che è apparsa sul giornale dell'AVIS e in qualche modo ci riguarda. Ringraziamo per tanto sentimento.
Non so se questo è un ringraziamento od un articolo, ma vorrei portare la mia testimonianza. Sono andato al convegno organizzato dall’Avis di Castelfranco “50 anni per la vita” per 2 motivi: - si tratta di una esemplare storia associativa, ricca di entusiasmo intelligente, capacità di collaborazione con le Istituzioni e radicamento nel territorio; - ho sempre ammirato la competenza e la dedizione dei medici del loro ospedale nella cura degli emofilici. Entrando nel magnifico Teatro Accademico, sede del convegno, mi sono subito compiaciuto ed ho pensato: “E’ il posto giusto: affascinante per la sua storia, bello per la sua armonia , a misura di una comunità! Proprio come l’esperienza che si è sviluppata a Castelfranco!”. Un gruppo di medici capaci, guidati da un medico dalle forti intuizioni e dalla grande umanità, che affronta una malattia rara e spietata. Una comunità di centinaia di ammalati, provenienti da tutta Italia, che viene a curarsi in un ospedale della Marca trevigiana. Una comunità che li accoglie ed inizia con loro un cammino tra dolore, amicizia, scienza e lotta civile. Nella sala vedo una rappresentanza significativa di questa storia: le istituzioni, i medici, i volontari dell’Avis, ma anche tanti ammalati. Non li conosco, naturalmente, ma le loro stampelle (quante!) e la loro confidenza con i relatori e con gli argomenti esposti (sembrava una convegno tra medici!) erano indizi chiari anche per l’osservatore più distratto. Credo che questo connubio sia uno dei segreti del successo di questa esperienza: lo stretto rapporto e la comunione di vita che si è formata, forse all’inizio anche solo per necessità, tra medici - ammalati - donatori. Un avisino dona sempre senza sapere per chi lo fa, ha la consapevolezza di fare qualcosa di importante e questo gli basta. Ma, qui a Castefranco, l’Avis ha avuto l’opportunità di coinvolgersi nella storia di una malattia, che significa nella storia di altri uomini. I risultati mi fanno pensare che forse una maggiore consapevolezza del valore del nostro gesto talvolta non guasterebbe, sia per la tensione morale che per i risultati della nostra associazione. Le relazioni presentate al convegno erano semplici, ma piene di orgogliosa consapevolezza di aver vissuto e di voler ancora vivere una esperienza straordinaria. I relatori sono tutti protagonisti diretti di questa storia o di storie simili. Talvolta nelle loro relazioni mostrano, con pudore, il loro cuore e ci fanno provare emozioni forti. Sono presenti anche gli amici emofilici sloveni , con una significativa e simpatica rappresentanza di Nova Goriza e Lubiana. Loro sono stati subito in sintonia con quelli veneti, perché hanno una storia che è del tutto sovrapponibile a quella di Castelfranco. Non si tratta di una coincidenza perché gli ingredienti della “ricetta” sono gli stessi: ricerca della più rigorosa cura globale della malattia e tanta solidarietà! Io credo che qui nella Castellana il “cuoco” di questi ingredienti sia stata proprio l’Avis e questo “mi riempie lo stomaco” di tanta ammirazione e gratitudine. Un augurio finale: “Altri 50 anni per la vita!” Gli ingredienti come la solidarietà e la competenza professionale non marciscono mai! Alberto Argentoni Vice Presidente Avis Regionale |